Insegnare la matematica e la fisica pone ogni giorno nuovi problemi.
Forse, prima che imparare a risolvere i problemi, si sente il bisogno di cominciare a descriverli.

In classe, troppo spesso si interroga senza ricevere risposta, si assegnano compiti che rimangono inevasi.
Pagine bianche. Contenuti vuoti.

L'aula scolastica è un luogo chiuso dove si esercitano in privato tensioni e malesseri complessi.
Dove manca il tempo e lo spazio da dedicare alla Scuola (imparare e capire).
Serve trasparenza e organizzazione. Serve uno scopo e serve distribuire i compiti secondo le rispettive responsabilità e competenze.

Perché non sempre è chiaro chi ha il bisogno (ma anche il dovere) di imparare.

L'informatica, al giorno d'oggi, è diventata strumento di comunicazione e di collaborazione. Luogo di ricerca.
Se a scuola imparo una cosa nuova, l'informatica mi dà un posto dove scriverla e metterla a disposizione di tutti.
Se non capisco una cosa, posso chiedere ed ottenere una risposta.

L'informatica è virtuale. È leggera. Se sbaglio, si può cancellare.
L'informatica è pubblica.
Si può copiare, Perché, per copiare, bisogna cercare e leggere. Dopo copiato, si può cambiare.
Perché cambiare? Perché nessuno è capace di fare nulla veramente bene, come potrei farla io.